Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano
Gabriela Eleonori e Saverio Marconi, dopo il grande successo di Variazioni Enigmatiche, tornano così a confrontarsi con un testo di Schmitt, e questa volta lo fanno con un racconto intimo, che parla agli spettatori guardandoli negli occhi mentre si compie l’affascinante rito tradizionale del tè turco: un procedimento lento, un sapore antico e familiare, durante il quale si snoda, emozionante, la storia di Monsieur Ibrahim.
È la storia di un’infanzia, “l’infanzia che bisogna lasciare” o quella “da cui bisogna guarire”, di un’emancipazione, del superamento delle difficoltà attraverso un percorso di scoperta, di conoscenza di sé e di culture differenti. Mondi (o sottomondi) che si incontrano, coabitano, in un invito al rispetto delle identità altrui e alla ricerca delle radici comuni “oltre le barriere delle lingue, delle nascite, delle fedi” [G. Fofi, Postfazione]. Una religione fatta di saggezza, lentezza, amore per il bello e per la vita, tolleranza: i «fiori» del testamento spirituale di Monsieur Ibrahim.
Lo spettacolo sarà rappresentato a Palazzetto Baviera, appena restituito alla città, fino al 12 novembre, per un numero limitato di spettatori ogni sera.
di Éric-Emmanuel Schmitt
un racconto di Gabriela Eleonori e Saverio Marconi