Il piccolo comune si adagia sulle alture della Valle del fiume Misa, nelle terre marchigiane, tra colline morbide e sinuose, cosparse di coltivazioni ordinate e colorate, trame sapienti di un tessuto fatto di lavoro e armonia. Con i suoi 3 mila 762 abitanti, offre a chi la raggiunge un suggestivo scorcio paesaggistico e urbano che solo gli antichi borghi medievali sanno donare. Il suo centro storico è uno degli impianti urbanistici meglio preservati della provincia d’Ancona. Caratteristica è la cerchia muraria in laterizio con i dieci torrioni poligonali, tipica architettura militare tre-quattrocentesca che circonda l’abitato medievale e le chiese urbane. L’intreccio di vie e vicoli suggerisce percorsi suggestivi, mentre la torre civica svetta al centro, quale simbolo dell’Unità Ottocentesca. Tra i numerosi conventi che nei secoli si sono costruiti a Serra de’ Conti, spicca il Monastero di S. Maria Maddalena. Riedificato nel XVI secolo, è caratterizzato da un grande torrione e impreziosito dalla Chiesa con interni barocchi.
Da vedere il museo delle arti monastiche
Le persone che entrano in questo museo non sono dei semplici visitatori, ma degli spettatori attivi, invitati a calarsi nei panni di diversi personaggi protagonisti di un percorso teatrale audio-guidato. Attraverso il racconto di piccoli avvenimenti quotidiani, si ripercorrono le tappe fondamentali della storia del monastero, in un periodo compreso tra il secolo XVI ed il secolo XX. Il museo è presentato attraverso un percorso teatrale audio-guidato, in cui le voci registrate di alcune attrici accompagnano il visitatore, per una conoscenza approfondita e consapevole della realtà spesso insondabile della clausura. Il percorso teatrale è individuale e risponde all’esigenza di conservare l’intimità di un’esperienza non solo conoscitiva, ma anche emotiva. Nella sala dedicata al laboratorio si può assistere alla proiezione di un video dove sono riprese le monache che vivono oggi nel monastero, intente allo svolgimento delle loro attività ordinarie. Il percorso espositivo, caratterizzato dal contatto diretto con gli oggetti presentati ed integrato da un allestimento di tipo interattivo e multimediale, offre al visitatore la straordinaria occasione di conoscere più da vicino il mondo claustrale con le sue regole ed i suoi usi, scoprendo, attraverso il racconto della storia del monastero, una dimensione temporale naturalmente dilata verso l’infinito. Gli oggetti esposti sono stati ritrovati negli ambienti del Monastero di S. Maria Maddalena, che dal 1586 ha mantenuto la sua sede originaria accanto al museo.
Ceramiche, utensili da cucina, contenitori in vetro per la spezieria, ma anche ricami, pizzi al tombolo e disegni ornamentali per paramenti sacri, sono sopravvissuti alle alterne vicende del monastero, conservando, a volte, quel particolare aspetto d’infinitezza che li La Porta della Croce, eretta nel 1431 sul versante occidentale del paese, appartiene alla cinta muraria di Serra de’ Conti ed accoglie nella sua parte interna, quella rivolta verso il centro storico, uno spazio a forma di lunetta. Nel 1648, in occasione di rifacimenti e restauri, tale lunetta venne affrescata con una Deposizione, che fu poi trasferita, per motivi conservativi, nella chiesa di Santa Croce (apposta nella parete destra). Al suo posto fu realizzato un altro affresco, sempre rappresentante una deposizione. Si tratta dell’opera contemporanea, attualmente visibile in loco, eseguita dal Maestro Bruno d’Arcevia, che Serra de’ Conti ha accolto in passato come Concittadino illustre e in più occasioni richiesto in veste di Artista.
La Pala del Beato Gherardo
(L’opera è appartenente a privati) Questa interessante tavola raffigura il Beato Gherardo, patrono di Serra De’ Conti, ed è collocata nella cappella a Lui dedicata nella Chiesa di S. Maria de Abbatissis. Il beato monaco benedettino (1280-1367) è rappresentato nel tipico abito bianco dei Camaldolesi. Fu monaco di Santa Croce di Sassoferrato, ma visse gran parte della sua vita a Serra De’ Conti dove fu beneficiario anche della chiesa che ospita il suo corpo e questa tavola. Era un taumaturgo in vita come in morte e proprio per questo un certo Gaspare di S. Stefano gli dedica quest’opera come un ex voto.
Gli affreschi nella sala consiliare di Bruno d’Arcevia
(L’opera è appartenente a privati) Il ciclo pittorico realizzato da Bruno d’Arcevia, e reso possibile dalla munificenza di un imprenditore di Serra de’ Conti recentemente scomparso, Enzo Brocanelli, consiste in una serie di allegorie che hanno come tema centrale Serra de’ Conti: una delle allegorie è dedicata alle attività artigianali e d’impresa, un’altra alla attività agricole, una terza al tema del “Buongoverno” e una quarta a quello dello sviluppo sostenibile; il maestro ha affrescato anche la volta della sala, in modo che costituisca un “unicum” col ciclo decorativo rappresentato nelle pareti. Va anche sottolineato che ciascuna allegoria è proposta in un tipico sfondo serrano (il monastero di Santa Maria Maddalena, l’antica fornace Hofmann, la chiesa di San Fortunato, l’inizio di Corso Roma).
Come raggiungere Serra de’ Conti
In auto: Autostrada A14 Bologna-Ancona, uscita Senigallia, imboccare la superstrada S.S. 360;
In treno: direttrice Ancona-Bologna, stazione Senigallia;
In aereo: Aereoporto “Raffaello Sanzio” Falconara (An).
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